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[intervista] Damien Caragiale risponde alle nostre domande su "Subliminal"

dalla rivista on-line "Naked Lunch"
Abbiamo fatto qualche domanda a Damien Caragiale, l'autore di "Subliminal".
Ecco quello che ci ha detto:

Naked Lunch: leggendo i brani in anteprima, ci siamo già fatti un'idea dell'ambientazione. Può dirci con maggiori dettagli quali sono gli scenari in cui si svolge la vicenda?
Damien Caragiale: si tratta prevalentemente di scenari metropolitani in una megalopoli industriale, un'accozzaglia di cemento ed asfalto abitata da personaggi che sono figli di un mondo che li ha trattati male fin da piccoli, ed i risultati sono abbastanza evidenti.




N.L.: in alcuni brani sembra esserci una vicinanza con le ambientazioni tipiche del cyberpunk, si ritrova con questo giudizio?
D.C.: Solo in parte, perché nel microcosmo di Subliminal la tecnologia sembra aver fatto un balzo all'indietro rispetto a quella tipica del cyberpunk (pur essendo presente nel romanzo un tipo di tecnologia "sporca" che troviamo in quello ed in altri filoni letterari affini, penso specialmente allo steampunk), anzi direi che si tratta di una tecnologia arretrata persino rispetto a quella odierna, nonostante la vicenda si svolga in un ipotetico ed imprecisato futuro non troppo lontano. Agli abitanti della città di Subliminal sembra non essere andata molto bene né con il progresso tecnologico, né con quello sociale.
N.L. : riguardo a quest'ultimo aspetto, alcune vicende già pubblicate (pensiamo ad esempio all'epopea del Bastardo) evidenziano dei risvolti piuttosto brutali, quale tipo di società dobbiamo aspettarci di trovare nel romanzo completo?
D.C. : è una società molto cruda, una specie di realizzazione dello "stato di natura" hobbesiano; in questo caso, però, esso è istituito da un ordinamento positivo, il quale lo legittima pienamente. All'origine di tutto questo vi è, infatti, un potere che pur non amando molto mettersi in mostra, condiziona in maniera deterministica la vita delle persone, gettando gli individui in una realtà che si autoregola secondo la legge del più forte. Niente di diverso da quello che a volte sembra trasparire da alcuni fatti di cronaca. Non penso di avere inventato nulla di nuovo, tutto quello che c'è nel romanzo si può ritrovare nella realtà vera, ma essendo una storia di fantasia è solo raccontato in maniera diversa.
N.L. : a proposito del modo di raccontare, l'impressione che abbiamo avuto è di una narrazione condotta secondo schemi non esattamente tradizionali.
D.C. : il fatto che non sia tradizionale è vero più nella struttura del periodo ed in generale nell'uso del linguaggio, che nello sviluppo della trama in sé stessa, che rimane fedele alla formula che vuole un inizio, la rottura dell'equilibrio, ed una conclusione. Anche se devo dire che l'idea originale era ben diversa; inizialmente volevo ottenere una trama completamente decostruita, o addirittura un'assenza di trama, poi quando ho cominciato a lavorare alla prima stesura mi sono accorto di essere ancora molto legato alla forma romanzo, una scelta fatta soprattutto in favore di una maggiore leggibilità, non volevo rinchiudermi in una torre d'avorio in cui l'unico a capire cosa scrivevo fossi io stesso. La pratica della scrittura mi ha comunque insegnato molto e non escludo di fare delle scelte più radicali in futuro. La storia di Subliminal nasce e rimane qualcosa che può essere narrata secondo una parabola abbastanza definita, anche se non particolarmente esplicita, quasi nascosta da vari artifici narrativi non riconducibili alla narrazione tradizionale. La storia parla di una società disfunzionale, non potevo raccontarla con parole "normali" o modalità completamente ortodosse.
N.L. : i personaggi del romanzo sono in buona parte degli individui emarginati o che conducono una vita piuttosto misera; c'è una ragione particolare che ha determinato questa scelta?
D.C. : la ragione principale risiede nel voler rappresentare un contrasto profondo; quello tra una società che presenta sé stessa come rispettosa dei diritti umani, e le miserie in cui continuano ad affogare ampie fasce di popolazione, partendo proprio dal presupposto che le istituzioni democratiche ed egualitarie non riescono a prendersi cura di tutti i cittadini. In fondo, quella dei personaggi di "Subliminal" è la voce di chi continua a rimanere avvolto dal silenzio e dall'indifferenza, completamente inascoltato; e nel fare questa scelta ho fin dal principio evitato accuratamente di scadere nella facile retorica del "poverino", si tratta infatti di gente che non suscita la nostra empatia (in qualche caso tutt'al più, la nostra simpatia) perché è un'umanità abbrutita dalla vita che fa, il naturale prodotto della vita di strada. Ed anche se si tratta di una società immaginaria, spesso fatta da dinamiche irrazionali ed incomprensibili, ad un esame attento ci accorgiamo che le contraddizioni sociali descritte nel romanzo non sono molto dissimili da realtà drammaticamente vere e di cui si può dar conto facilmente.
N.L. : a cosa si riferisce?
D.C. : a quel mondo che è figlio naturale del pensiero unico. Se consideriamo la situazione degli stati moderni più avanzati, la cui economia è basata sul profitto e sul consumo di massa, ci accorgiamo che da questo tipo di società ci arrivano notizie provenienti per lo più dalla classe media, quella che tutto sommato vive ancora dignitosamente; poco o nulla ci viene detto di interi strati sociali che vivono a margine, senza alcun giornale che gli presti la voce (in paesi che fanno della libertà di stampa uno dei propri vanti), e nessuna televisione che, nel mare di bombardamenti commerciali, accenda un riflettore su questi scarti della società; eppure quelle persone esistono e sono tante, un tema da non trattare con molto pietismo, ma con una certa preoccupazione, direi. Non sono santi né martiri, sono malfattori cresciuti in una società malsana, e lì abbandonati a marcire. In Subliminal troviamo proprio questo tipo di individui, quelli che le istituzioni democratiche non riescono a gestire, ma ne sono causa; gente obbligata a ricoprire il ruolo di sottoprodotto sociale da nascondere all'opinione pubblica come la polvere sotto il tappeto in un salotto buono. Purtroppo quelle masse di emarginati rappresentano il parente scomodo e molto stretto di società che non si pronunciano in merito alle differenze di classe, ma inscrivono accuratamente i diritti umani nelle loro costituzioni; il che rappresenta un abile modo di rendere l'ordinamento democratico un involucro di legalità dentro cui permangono ingiustizie sociali e contraddizioni difficilmente sanabili in un sistema economico come quello capitalistico-globalizzato. Abbiamo drammaticamente confuso i diritti politici con quelli sociali, questo è un dato che può essere vero sia per la società immaginaria di Subliminal, che per la nostra. Qualsiasi ordinamento di tipo garantista, che non abbia espulso i germi di un capitalismo ossessivo, è solo capace di assicurare diritti politici sterili (inertizzati dai rapporti di forza esistenti tra classi sociali), ma nulla può (o forse nulla vuole fare) per assicurare la vera giustizia sociale. Tuttavia, direi che nel romanzo c'è posto non solo per gli emarginati, ma anche per la loro controparte, esemplificata dal simbolo dei colletti bianchi: sto parlando proprio del Bastardo, e non mi sembra che venga fuori dalla storia esattamente fresco come una rosa.
N.L. : certamente no, e qualcuno potrebbe anche godere del fatto che per una volta vittima e carnefice si scambino i ruoli.
D.C. : in quell'episodio c'è una componente di rivalsa che ho tenuto ben presente, cercando di rappresentare il personaggio del Bastardo come il simbolo di un certo tipo di società dagli intenti vampireschi; spesso perpetrati da distinti signori seduti dietro ad una scrivania, salvo soccombere miseramente quando qualcuno va a spaccargli la faccia.
N.L. : cosa vorrebbe dire al lettore che si appresta a leggere il romanzo per intero?
D.C. : mi limiterei a dare solo una chiave di lettura possibile, non l'unica. L'evento di cui si parla in una delle anteprime, mi riferisco alla "Grande Minaccia", rappresenta l'avvenimento cardine della storia di Subliminal per capire l'Ultramodernità (il periodo storico post-apocalittico in cui si dipana la vicenda). Si tratta di un evento completamente inventato, il quale però ha dinamiche che il lettore attento non mancherà di trovare molto somiglianti a quelle che riguardano alcuni avvenimenti reali della nostra storia più recente.

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